Quando si vuole procedere alla scansione di un’immagine, spesso non si sa quale risoluzione utilizzare. Se si usa una risoluzione troppo bassa, il risultato è un’immagine sgranata e poco definita. Se si usa una risoluzione elevata, il miglioramento della qualità si traduce in dimensioni del file molto grandi.
C’è una semplice formula matematica che indica la risoluzione ottimale da scegliere, secondo il tipo di utilizzo che si farà dell’immagine
Risoluzione di scansione (in dpi) = Risoluzione dell’output (in dpi) x Larghezza dell’output (in cm) / Larghezza dell’originale (in cm)
La risoluzione dell’output va scelta secondo le proprie esigenze e secondo le capacità della stampante, se l’immagine è finalizzata alla stampa. Nelle Proprietà della stampante va quindi verificata la qualità di stampa supportata dalla stampante, scegliendo eventualmente nella gamma messa a disposizione. Se l’immagine è finalizzata alla visualizzazione su Internet conviene adottare una risoluzione dell’output di 72 dpi. Se non si è certi della finalità di utilizzo dell’immagine, conviene scegliere una risoluzione media, per esempio 300 dpi
La larghezza dell’output è la larghezza che si desidera che l’immagine abbia in seguito alla stampa. Nel caso di immagini da visualizzare solo a schermo, si può stimare direttamente sul proprio monitor: anche qui conviene adottare un valore un po’ più alto, in caso venga visualizzata su schermi a risoluzione maggiore
Una volta effettuato il calcolo, se il valore si venisse a trovare tra due livelli previsti dallo scanner, usare sempre il valore più alto: per esempio, se la risoluzione calcolata è di 117 dpi, utilizzare lo scanner a 150 dpi. Nel caso di immagini da stampare, bisogna tener conto che la risoluzione dichiarata non corrisponde ai dpi effettivi, questo poiché la realizzazione delle sfumature nelle comuni stampanti a getto di inchiostro avviene utilizzando il cosìdetto retino, ossia un quadrato di dimensioni variabili (di solito 5 o 8 pixel, in funzione del numero di sfumature che si vogliono ottenere) che viene utilizzato per rappresentare un punto di colore. Nel caso quindi di un retino di 8 pixel (che garantirà 64 diverse sfumature) la risoluzione effettiva in stampa dovrà essere divisa per 8. Nella stampa in bianco e nero, essendoci un solo colore utilizzabile, il retino viene ridotto a 1 pixel e la risoluzione della stampante corrisponde ai dpi ottenibili. Le migliori stampanti a getto di inchiostro arrivano comunque a produrre stampe aventi risoluzioni di non più di 300 dpi
Vediamo un esempio di applicazione pratica: partendo da una comune fotografia 10 x 15 cm, si vuole ingrandirla fino al massimo formato possibile su un foglio A4. Considerando un margine di stampa di poco meno di un centimetro per lato (valore indicativo, in quanto dipende dalla stampante): la nostra immagine avrà quindi una larghezza di 28 cm. Come qualità di stampa, che in questo caso è necessario sia piuttosto alta, prendiamo per esempio 600 dpi, valore abbastanza comune tra le stampanti ink-jet. Tale valore viene diviso per il retino utilizzato, che ipotizziamo sia di 8 pixel. Il risultato è quindi (600 / 8 x 28) / 15 = 140 dpi, che possiamo approssimare a una risoluzione standard di 150 dpi.